Come state in questa estate 2017?
Il caldo, la paura, le morti, l’Italia presa d’assalto, sembrano farla da padrona. Ma lontano dalla propria casa e dalla propria routine non ci si bada, ci si accorge di poco, cercando di fare durare il più possibile questo periodo di vacanze, di vacuum che la nostra mente e il nostro corpo ricercano come l’acqua in una giornata afosa.
Staccare, distrarsi, evadere, rompere gli schemi è salutare, benefico, indispensabile. E’ come fare la muta, cambiare la pelle, rigenerare cellule e tessuti per rimetterci al lavoro, per affrontare l’inverno… E allora facciamo i turisti (tanti) e poco i viaggiatori come scrive C. Bordoni su La Lettura del Corriere della Sera. Il viaggio determina il cambiamento: pochi sanno cogliere la bellezza, il tempo, la durata del viaggiare, di cosa succede e cosa incontriamo durante il nostro trasferimento da-a; molti devono arrivare il prima possibile nel luogo di vacanza (ecco la paura dell’aereo: non abbiamo il tempo di adattarci a quell’esperienza che c’è tra il lasciare e il trovare, il partire e l’arrivare, che ci viene l’ansia e il panico!). Si corre anche d’estate senza posare il “guardo” (poetica leopardiana) su ciò che ci sta attorno, “dritti alla meta, sgomitando per raggiungerla. Invece per chi viaggia, la meta è un pretesto necessario a giustificare la decisione di partire. Abbiamo accorciato le distanza e ridotto i tempi di percorrenza, ma forse ci siamo giocati il piacere di viaggiare”.
E così anche l’Estate e le vacanze assomigliano a quel quotidiano nevrotico e caotico che ormai è familiare, forse vitale. Peccato! Buona fine di Estate, chissà se ci diamo il permesso di gustarla e assaporarla con più calma, lentezza e gentilezza.