La rabbia è una delle 5 principali emozioni: gioia, paura, tristezza, disgusto (vergogna), e rabbia. E’ un’emozione primordiale, dal colore vivo (il rosso), che ricorda il sangue, quello che va alla testa, quando ci arrabbiamo, quello che riempie i nostri occhi quando qualcosa non va, quello della energia che si scatena quando qualcuno ci ostacola o ci impedisce di soddisfare un nostro desiderio.
E’ puro istinto, generato per attivazione dell’amigdala, la parte antica del nostro cervello, non governata dalla corteccia che, invece, ci aiuta a ragionare e a riflettere.
La rabbia si scatena per istinto di sopravvivenza, per salvaguardia della nostra persona.
E sebbene sia utile alla nostra autoconservazione, la rabbia ci fa cadere in situazioni difficili, di cui ci si vergogna: ci adiriamo con chi ci ruba il posto auto, con chi si fa largo in metro alle 8 di mattina, quando ci spostano un appuntamento senza nemmeno consultarci!
In questi casi, talvolta diamo il peggio di noi stessi, scadiamo di immagine, perdiamo il controllo, bruciamo un sacco di energia e ci sentiamo stressati.
La rabbia è anche una questione di genere: “quando un uomo pesta un pugno su un tavolo e alza i toni esprime forza e autorità, quando una donna alza la voce è una isterica”.
Al di là di stereotipi e pregiudizi di genere, è sempre utile gestire la rabbia e avere un buon controllo.
Per meglio fronteggiare i momenti di rabbia, eccoti alcuni suggerimenti:
- La rabbia è collegata allo stress: esercizi di rilassamento, di meditazione e di respirazione sono provvidenziali.
- La rabbia è sia implosiva (si trattiene dentro tutto, covando rancore e risentimento) sia esplosiva (il vulcano, il drago di fuoco, purtroppo con le persone e nei momenti meno opportuni): occorre quindi riconoscere i propri limiti e i segnali per cui si scatena.
- Saper lasciare andare le questioni, alleggerire, con una battuta ironica, per stemperare la tensione.
- Capire il conflitto che ha generato questa emozione e imparare a gestire meglio le relazioni interpersonali complicate.
- Prendere distanza e tempo: es. contare fino a 90 (non basta fino 10, la rabbia si disperde dopo 90 sec.).
- Esprimere il proprio fastidio CON CALMA, senza PUNTARE IL DITO CONTRO L’ALTRO, in tono accusatorio.
- I ragazzi e i bambini così esposti ai social non hanno più la barriera della relazione con l’altra persona e agiscono in diretta e impulsiva. Vanno protetti da questa sovraesposizione.
La rabbia si cura con la dolcezza, con le coccole, con un abbraccio, con il silenzio, con la natura.
Lettura consigliata: Lascia Andare! di M. Panatero e T. Pecunia (Fabbri Editori)