“….Accade a molti professionisti, a tanti dirigenti d’azienda: soprattutto se hanno avuto successo. Arrivati a una certa età, e a un certo punto della carriera, si trascinano appresso un carico pesante, e non vogliono lasciare nulla…..Se l’autostima è proporzionale al numero di consigli direttivi, tuttavia, abbiamo un problema. E’ come se avessimo bisogno delle prove di aver vissuto (professionalmente, e non solo). Ma l’accumulo di vecchie prove non è compatibile con la ricerca di nuove idee. Cure? Una sola: fare meno cose e farle meglio. Dare tempo all’imprevisto e spazio alle novità. Se le giornate sono troppo piene, e il cervello segna sempre «occupato» è difficile che l’ispirazione trovi accoglienza…. Non è un caso che le idee migliori ci vengano in bagno al mattino, sotto la doccia, pedalando o correndo. Sono i momenti in cui non telefoniamo, controlliamo, chiamiamo, clicchiamo, sollecitiamo o rispondiamo: affinché la modica quantità di adrenalina così prodotta ci convinca di non essere inutili, e non aver buttato la giornata”.
(da un articolo breve di Beppe Severgnini)